LO VOGLIO COSì...
Ecco le informazioni di cui non possiamo fare a meno
VOGLIO SAPERE CHE SERRAMENTO MI VENDI (quindi deve essere un prodotto marcato CE)
VOGLIO SAPERE COME INTENDI POSARLO (quindi gradirei vedere uno schizzo di posa)
VOGLIO CHE LE MIE FINESTRE MI PIACCIANO (quindi voglio vederle in show room per metterci gli occhi)
Partiamo dalle basi
Anche se non è vero, facciamo finta di non sapere nulla dei serramenti, di essere marziani appena scesi dall’astronave.
Vediamo un vetro, un telaio che lo contiene, ferramenta e guarnizioni di gomma che consentono l’apertura e la tenuta: per una buona scelta, passeremo in rassegna le varie parti, separatamente.
Il vetro
Cominciamo
dal vetro, che è la parte ‘interessante’ del sistema, il motivo per cui
al posto del muro è stata prevista un’apertura, perché entri luce,
perché ci sia un panorama da vedere, un ambiente da vivere.
Non è mai
un ‘vetro’: è almeno una vetrocamera, cioè due o più lastre tra loro
unite tramite un perimetro distanziale che racchiude camere stagne.
Per
la sua funzione, dovrà essere più trasparente possibile, isolare
adeguatamente dall’esterno sia d’inverno che d’estate, ed essere
intrinsecamente sicuro nell’uso.
Questo ultimo punto, richiede che
almeno la lastra interna sia ‘di sicurezza’, cioè che non si rompa in
modo pericoloso: le scene tipo Ghost le lasciamo ai film horror; una
lastra non si rompe e, se lo fa, deve frantumarsi in piccoli frammenti
innocui (lastre temprate), o restare strutturalmente integra (lastre
accoppiate o laminate); ovviamente, per un sottoluce che dà nel vuoto,
la seconda tipologia è d’obbligo, se non vogliamo che il bambino finisca
di sotto col suo triciclo nuovo, dopo che la lastra si è frantumata.
Quando
parliamo di ‘isolamento’ le cose cominciano a farsi più difficili:
dobbiamo separare la funzionalità invernale (lunghi periodi nei quali si
deve evitare che il calore esca di casa), dalla funzionalità estiva
(dove, al contrario, vogliamo evitare che in qualche ora del giorno, un
torrido sole entri in casa, costringendo il condizionatore agli
straordinari).
Spesso, questa funzione di ombreggiamento estivo è
demandata a uno specifico sistema schermante; in questo caso, possiamo
concentrarci solo sulle caratteristiche di isolamento invernale della
nostra vetrocamera.
Il vetro non è un buon isolante, per cui non
serve a nulla aumentare gli spessori delle singole lastre; è invece
importante la presenza delle camere (sicuramente una, ma anche due).
Questi
strati di gas, sostanzialmente fermi, sono infatti i veri responsabili
dell’isolamento termico: perché possano funzionare al meglio, è bene
siano di almeno 14 mm, fino a un massimo di 20mm e che, nello spazio tra
le lastre, l’aria sia stata sostituita con un gas inerte (tipicamente
l’Argon), che ha una minore propensione a trasmettere il calore rispetto
all’aria.
Altro aspetto cruciale è la presenza, almeno su una
lastra, di un rivestimento bassoemissivo, che riduca la quantità di
calore che il vetro irradia verso l’esterno.
Al di là dei processi
necessari a conferire questa caratteristica alla superfice vetraria, la
vetrocamera sarà designata ‘Low-e’, o Bassoemissiva, o BE.
Da ultimo,
è bene ricordare la presenza del distanziale sul perimetro della
vetrocamera: questo profilo che sigilla e distanzia le lastre è per sua
natura conducibile e crea un ponte termico a causa del quale il bordo
della lastra, d’inverno, è sempre più freddo della parte centrale, fatto
che diviene evidente quando l’umidità interna inizia a condensare.
I
distanziali metallici, specialmente quelli in alluminio, si comportano
meno bene dei distanziali in materiale plastico, e, soprattutto nelle
zone climatiche più rigide, sono stati completamente soppiantati da
queste ‘canaline svizzere’, o ‘Warm edge’, ‘a bordo caldo’.